il museo degli aquiloni

un museo volante itinerante

 

la storia

Gli aquiloni pittorici

     Gli aquiloni come superficie pittorica

 

     Un altro modo di vedere gli aquiloni, comune sia alla tradizione orientale che a quella occidentale, è guardarne la velatura come una superficie pittorica. In Giappone, una leggenda racconta che un samurai , Minamoto-no­Tametomo, fu esiliato insieme a suo figlio sull'isola di Ha­chijo, nel sud-est del Giappone.

     Per far si che almeno suo figlio potesse scappare, Tametomo costrui un aquilone gigante, che trasportò il figlio fino alla terraferma.

     Da quell'epoca, nel dodicesimo secolo d.C., sugli aquiloni dell'isola di Hachijo è disegnato il volto di Tametomo.

     La tradizione di Hachijo è diffusa in tutto il Giappone: il quinto giorno del quinto mese, in concomitanza con la celebrazione delle nascite di cui si è già parlato, in molte città si tengono combattimenti di aquiloni tra le varie contrade, ognuna delle quali ha, disegnate sugli aquiloni, le proprie insegne tradizionali.

     Un altro modo di usare gli aquiloni come superficie pittorica è descritto da Tal Streeter nel suo libro "The art of the Japanese Kite": aquiloni non nominalmente connessi con la religione, ma frequentemente regalati dai preti Shinto e Buddisti, erano gli aquiloni augurali.

     Questi aquiloni erano regalati ai genitori di un figlio primogenito (e) portavano messaggi appropriati alla circostanza o disegni di eroi popolari o degli dei che avrebbero protetto e guidato il figlio appena nato verso una buona e prosperosa maturità. Kintaro, il bambino d'oro, era una delle figure favorite degli aquiloni augurali. Kintaro, chiamato anche Kintoshi, era stato abbandonato dentro una foresta in montagna da una famiglia cosi povera che non poteva permettersi di allevarlo.

     Il bambino fu adottato dagli orsi e crescendo diventò uno degli uomini più forti e valenti del Giappone. Sugli aquiloni, la rossa faccia rotonda di Kintaro è spesso accoppiata al disegno della carpa, un altro simbolo di forza e coraggio perché deve nuotare controcorrente per propagare la sua specie».

     In India, gli aquiloni combattenti sono disegnati con figure di animali: pavoni, cervi, tigri, anatre, pesci, mentre in Giappone i combattenti della città di Nagasaki sono decorati con i colori della bandiera olandese i cui mercanti furono probabilmente i primi ad introdurre in Giappone questi aquiloni, nel sedicesimo secolo.

     Anche in Italia è tradizione decorare le losanghe con collages di carta velina o con disegni colorati.

     Nel 1891, durante l'esposizione nazionale tenutasi a Palermo, il re Umberto I e la regina Margherita, insieme al Kaiser e alla Kaiserina di Germania, furono accolti anche con grandi aquiloni di forma quadrata su cui era disegnato il loro ritratto.


[1] Tal Streeter: "The Art of the Japanese Kites", Weatherhill, New York, pag. 158.